L’anno che verrà
Finite le ferie, eh?
Purtroppo si è tornati in città, alla vita di tutti i giorni,
abbiamo dovuto abbandonare il nostro bel mare, anzi le nostre alghe invadenti,
con un nodo al cuore.
E nella speranza che questo lungo intervallo passi in fretta (affinché
l’estate che verrà ci ritrovi gomito a gomito con le sopra citate
alghe) rituffiamoci nel campionato 1989/90. Siamo tutti riposati, abbronzati,
rigenerati nel corpo e nella mente, cosa c’è di più bello
che affrontare con passione e impazienza il calcio giocato?
Si, lo confesso, anch’io non vedevo l’ora di rientrare, il senso
di astinenza che ti pervade quando sei fuori è un fenomeno che sento
in maniera particolare, avverto che mi manca qualcosa, ma cosa?
Mi manca tanto una società vincente, che esibisca nelle persone che
la compongono serietà e voglia di ritornare primi, che sia in grado
di guardarsi dentro e darsi l’organizzazione che è nessaria “a
due passi” dal 2000 per poter essere competitivi. Mi manca tanto una
squadra vera, di quelle che pur perdendo ti rendono orgoglioso di amarla,
di quelle che sono a conoscenza della reale importanza di noi tifosi, che
non si accontenta di tirarci una maglia ogni tanto o di farsi vedere con le
sciarpe al collo. Ma che comprenda che anche il sacrificio dell’ultimo
dei tifosi va rispettato e onorato e che la maglietta non fa parte del «corredino»,
ma è la seconda pelle e per noi rappresenta tutto.
Mi manca tanto anche una curva seria, di quelle che noi della Vecchia Guardia
ricordiamo bene e non finiremo mai di rimpiangere, mi manca tantissimo quella
gente che ti si avvicinava in nome del più puro dei sentimenti che
è l’amicizia e nel nome della quale portava avanti i tuoi stessi
ideali.
Mi manca quella gente perché è con loro che è nato il
mito, il mito del tifo più bello d’Italia, della curva più...
curva che si poteva desiderare.
Tutti insieme abbiamo creato l'orgoglio di essere e sentirsi romano e romanista,
dell'amore più forte di ogni avversità!!
Mi mancate ragazzi.
Guardiamola oggi la curva e cosa possiamo dire, che forse ne siamo soddisfatti?
Se siamo odiati la colpa è anche nostra che non abbiamo fatto mai (o
quasi) nulla per tenere alto e pulito il buon nome di Roma. Ma questo non
è da oggi che lo dico! Non siamo i peggiori, è vero, ma neanche
i migliori e personalmente potrebbe non bastare avere una società e
una squadra ai vertici, sarebbe bello che anche la curva si ritrovasse alla
loro altezza in modo da formare una triade perfetta, un esempio per tutti.
Non ci scandalizziamo troppo per le tre giornate di Perugia, indubbiamente
la giustizia sportiva non è uguale per tutti, ma se noi sappiamo che
lassù nessuno ci ama, perché godiamo a farci dei male?
Amare la Roma per tutto quello che rappresenta vuol dire anche evitare di
danneggiarla, di umiliarla di fronte a chi non aspetta altro per poterla colpire.
A quei quattro gufi che ci odiano e ci perseguitano io preferisco rispondere
con l’arma dei più forti, di chi sa che, vada come vada, noi
comunque siamo della Roma.
Quell’arma è la civiltà, quella che Roma 2000 anni fà
ha seminato ovunque mettesse piede che noi oggi, come romanità, dobbiamo
continuare a portare avanti.
Ecco quei qualcosa che mi mancava quando sotto all'ombrellone pensavo e ripensavo...
Ma ora siamo di nuovo qui, tutti insieme, e se è vero che i sogni son
desideri io vorrei che tutto ciò si verificasse.
Sarebbe la risposta più bella che noi, orgogliosamente, potremmo dare
a chi tanto ci disprezza.
Sarebbe il modo più vero che abbiamo a disposizione per onorare la
memoria di Antonio, l’amico che mai dovremo dimenticare.
In bocca al lupo, ragazzi!!
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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